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L’istruzione dei giovani ed il principio della collaborazione, in: “Commemorazioni utili Maestri 37-38”




L’istruzione dei giovani ed il principio della collaborazione, in: “Commemorazioni utili   Maestri 37-38”

Fra tanto ricorrere, alcune ricorrenze le percepiamo come più significative. Onorare chi, a causa del proprio lavoro, ha perso la vita proprio perché la violenza a cui si oppose ha voluto zittirlo, ci tiene uniti ed aiuta a non dimenticare che tutti, in ogni nostro gesto possiamo continuare ad onorare quell’operato a favore di tutti noi, nella quotidianità, senza mai debolezze nei confronti delle arroganze che mai nulla di positivo possono ottenere per la società.

Imparare ad evitare di stare con quelli che cercano di autoaccreditarsi con l’arroganza della ricchezza e ci escluderanno da qualsiasi beneficio, anzi ci toglieranno la libertà.

Ed è questo il punto che aveva capito chiaramente Giovanni Falcone, tanto che la sorella Maria Falcone, nella prima lezione, per compierlo, opera nelle scuole con la fondazione a lui intitolata. Di questo ha deciso di occuparsi, Maria Falcone, dopo la strage di Capaci, per continuare una parte essenziale dell’opera del fratello magistrato.

Operare una discontinuità generazionale è la strategia che ha un respiro lungo ed essenziale. La diffusione della cultura della libertà dell’individuo, seminata nei giovani anche con manifestazioni tangibili, l’incontro a Palermo tra studenti palermitani ed altri provenienti dal resto d’Italia, venuti a bordo della nave della Libertà, mescola culture che possono scambiarsi i modi del vivere sano, che è possibile, opponendo sempre rifiuti alle lusinghe che poi ridurrebbero in schiavitù penose.

Dal Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, tra l’altro, nella sua lezione, apprendiamo un altro aspetto del metodo di Falcone, indubbiamente efficace, forse facile da pensarsi, ma non altrettanto da mettere in atto. 

La mafia si batte, insidiando i suoi movimenti economici. Seguendo le piste dei capitali mafiosi circolanti nell’impiego di finanziamento di aziende, riciclando quindi i proventi del malaffare in attività legali, lungo tutta l’Italia e seguendo anche piste internazionali, con la firma di protocolli comuni di azione fra Stati che assieme si impegnano a combattere il potere mafioso che giunge alle leve politiche.

Le competenze acquisite nella avvocatura, proprio in merito a questo interpretare i movimenti dei capitali del malaffare, è occasione per la chiamata di Giovanni Falcone nell’antimafia palermitana di Rocco Chinnici, ed è significativo che, dopo un delitto di mafia di cui cade vittima un componente di quel pool, che, Falcone scioglie qualsivoglia riserva: è li che bisogna lavorare per dare un contributo significativo alla dignità umana, mai disgiunta dalla libertà individuale e viceversa.

Assieme all’esempio di abnegazione, che nella contemporaneità abbiamo avuto modo di apprezzare anche nella sanità in prima linea nella lotta pandemica, ci giunge chiara la necessità di dare un senso a quell’impegno giunto sino alla perdita della vita, nel presente, essendo l’insieme dei nostri comportamenti, sin nei piccoli gesti, sempre a favore della dignità di ciascun individuo: con questo semplice agire, avremo salvato la libertà di tanti. 

È essenziale continuare ad avere questa capacità di salvaguardia reciproca che passando dal dar dignità permette la libertà di noi tutti.

Dovrebbe farci riflettere, oggi, il rapporto che esiste tra il giunger sulle nostre tavole il cibo e la dignità da garantire a coloro che con il loro lavoro, permettono il nostro nutrimento, giorno dopo giorno, ci offrono la possibilità di essere nutriti e liberi, gliela dobbiamo restituire tale libertà che passa dalla dignità lavorativa ed altrettanta certezza di nutrire se e le proprie famiglie, in un mondo di eguali, in cui abbiamo visto l’indispensabilità, per la vita, dei lavori ritenuti più umili.

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