Discarica dei veleni nel messinese
Nella zona industriale di Monforte Marina, in provincia di Messina, percorrere il tragitto in macchina è decisamente un piacere! Uno spettacolo da “pelle d’oca”, lungo il ciglio della strada coperto da una estesa discarica a cielo aperto di sacchetti di immondizia, cartacce, plastica, vetro, rifiuti di ogni genere. Come documenta la foto, parlare di inciviltà è dir poco: l’abbandono dei rifiuti è un vero e proprio atto di vandalismo.
In questa stessa zona, si passa da progetti futuristici del calibro della realizzazione di un aeroporto al degrado più totale: l’orrore di rifiuti tossici di ogni genere sparsi dappertutto. Ad un cattivo impatto con l’ambiente, si aggiunge un serio pericolo per la salute dell’uomo, “provocato dall’inciviltà dell’uomo stesso”. Si auspica una migliore organizzazione per lo smaltimento della spazzatura, considerando che la situazione potrebbe aggravarsi provocando seri danni sociali e ambientali che ricadranno inevitabilmente sulle generazioni future.
In questa stessa zona, si passa da progetti futuristici del calibro della realizzazione di un aeroporto al degrado più totale: l’orrore di rifiuti tossici di ogni genere sparsi dappertutto. Ad un cattivo impatto con l’ambiente, si aggiunge un serio pericolo per la salute dell’uomo, “provocato dall’inciviltà dell’uomo stesso”. Si auspica una migliore organizzazione per lo smaltimento della spazzatura, considerando che la situazione potrebbe aggravarsi provocando seri danni sociali e ambientali che ricadranno inevitabilmente sulle generazioni future.
Commento a: Discarica dei veleni nel messinese
RispondiEliminaLucia Cava gennaio 31, 2018 Ambiente , discarica , rifiuti , Rometta Marea , spazzatura
Siamo nuovamente a: "Prevenire è meglio che curare".
Una prevenzione immediata, spicciola, eppur tanto difficile da attuarsi, quella che potrebbe evitare la deposizione dell'immondizia lungo i cigli stradali. Insufficienza del servizio di raccolta?
Certo che, gli oneri della raccolta salgono molto quanto più si estende la dispersione edilizia. In passato, in campagna, lo smaltimento era biologico, sia perché biodegradabili i rifiuti prodotti, che perché la stessa attività agricola permetteva un ampio riciclo di ciò che si accantonava come rifiuti, in forma di concime. Oggi, la campagna è luogo insediativo non necessariamente legato all'attività agricola, quindi necessità di smaltimenti analoghi a quelli propriamente urbani. Forme di custodia e successivo ritiro a cadenze non giornaliere, come, invece,in città è possibile, richiedono una politica comunale orientata alla dotazione, delle residenze diffuse, di kit di raccolta differenziata ed ovviamente buona, civile disposizione degli abitanti. Un possibile positivo coinvolgimento può passare da progetti scolastici che coinvolgono bambini ed adolescenti, con gare di raccolta in cui possono risultare attivi e guadagnare tangibili benefici manutentivi per le loro adiacenze abitative. tali premialità, potrebbero innescare cicli virtuosi e di civiltà, autogenerantesi, per così dire, a costo zero per l'amministrazione comunale, grazie alla raccolta presso le scuole, sicuramente più facile da garantire, per la concentrazione in pochi punti. Certo, dovrà trovarsi qualcosa di analogo, per tutte le famiglie che non hanno adolescenti o far si che gli adolescenti si facciano parte diligente presso le famiglie del vicinato.
In parallelo ci si potrà assicurare una crescita civica che vede il cittadino di domani già avvezzo a ricevere benefici dal suo agire civile. Sempre l'equazione: più doveri compiuti, più diritti maturati, che è alla base del vivere democraticamente inteso, come collettività unita da comuni interessi, nel rispetto delle regole che ci si è dati, per il tramite della Carta Costituzionale istitutiva delle regole di convivenza dei cittadini italiani.
Claudio Marchese