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Carnevale, pignolata messinese e chiacchiere cosentine: l'allegria in tavola

È arrivato il carnevale con maschere, scherzi e tante squisitezze dolciarie. Un evento in cui, non solo i bambini ma anche gli adulti, si divertono, lasciandosi andare alla leggerezza della festa e al piacere di trascorrere del tempo con i propri figli. Un Carnevale, quello cosentino, come ogni festa che si rispetti, con un ricettario di pietanze, dove primeggiano in assoluto, le gustose “chiacchiere di carnevale”. Non semplici da preparare, con un impasto di sola farina, gradite con semplice zucchero a velo oppure crema e marmellata di stagione.

Dalle “chiacchiere calabresi”, alla “storica pignolata”, un dolce tipico del Carnevale messinese, caratteristico anche di Ragusa e Reggio Calabria. Una prelibatezza, dalla forma di una pigna, conosciuta sin dai tempi dell’occupazione spagnola. In occasione delle feste popolari, infatti, venivano offerti al popolo messinese dei deliziosi mucchietti di pinoli fritti e amalgamati con il miele. Nel corso degli anni i maestri pasticceri della città dello Stretto, con pazienza e professionalità, sono riusciti ad equilibrare i gusti del dolce, così come lo gustiamo oggi, non solo in occasione della festa, ma per tutto l’anno.

1 commento:

  1. Commento a: Carnevale, pignolata messinese e chiacchiere cosentine: l'allegria in tavola
    Lucia Cava febbraio 07, 2018 Carnevale , chiacchiere , dolci , occupazione spagnola , pignolata , Ragusa , Reggio Calabria
    La famiglia Fang.
    Ma queste di cui scrivo giù, non son carnevalate...eppure, qualcosa nello spirito le accomuna.

    Esiste una famiglia, la famiglia Fang, per l’appunto, formata da quattro componenti: Padre, Madre, una Figlia ed un Figlio, che vivono in una maniera insolita. Guidati dal padre, inscenano performance, fuori dalle sale teatrali; proprio nella vita di tutti i giorni, nella quotidianità. Il loro obiettivo è mettere in situazioni inconsuete ma plausibili, persino estreme, i cittadini che in quel certo momento che loro hanno scelto per la performance. La performance è svolta tra le persone, di cui stimolano la reazione e quindi la partecipazione “da protagonisti” agli eventi in tutto simili ad accadimenti possibili ed a cui ognuno reagisce a suo modo. È qualcosa di differente rispetto a ciò che anni fa, l’attore Nanni Loy, registrava come candid camera e di cui è famosissima la serie delle zuppette nel cappuccino di avventori di un bar, della brioche che preventivamente aveva chiesto, spacciandosi per nullatenente, al barista. Più recentemente altri si sono cimentati in azioni simili, ed in altri tipi di provocazioni con l’intento di far ridere attraverso l’inverosimiglianza. Ciò che fa la famiglia Fang ha una valenza artistica molto forte: sono interi gruppi di persone che vengono sostanzialmente provocati e resi protagonisti di un pezzo di vita capace di svelare approcci alla vita, molto genuinamente svelantisi nelle azioni da loro innescate. Chi volesse interrogarsi su cosa sia arte e sul senso di essa ed ancora sulla necessità dell’arte nella vita di ciascuno di noi, soprattutto quel versante che la realtà tende spesso, oggi, a far sparire, dovrebbe far questo incontro. Ancora oggi all’Iris, la famiglia Fang è presente per aiutarci a riattivare la capacità di sognare, che non vuol dire star fuori dalla realtà, ma starci in un rapporto sereno. Non a caso in più momenti torna la frase: “...allora questo dimostra che possiamo sopravvivere a tutto. Non avere paura, vivi il momento. Se hai il controllo, il caos sarà intorno a te ma non in te. Capito?”

    Claudio Marchese

    Parole chiave:
    Sogno, Arte, Vita, Performance, Cinema

    2018 02 07

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