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Messina, il "pirata" del Corso Cavour: un rifugiato politico senza patente e con tanti precedenti

Il giudice per le indagini preliminari di Messina, Tiziana Leanza, ha convalidato l'arresto del "pirata della strada" che la scorsa domenica ha investito un notaio messinese (e la sua compagna) mandandolo in coma. Trattasi del 48enne montenegrino, Redzep Dzemaili. 

Nella relazione il Gip scrive che il Dzemaili possiede "un'indole delinquenziale". Non a caso il montenegrino guidava in stato di ubriachezza e sotto l'effetto di droghe, con l'aggravante che la patente gli era stata ritirata circa sei mesi prima dai Carabinieri.

I reati contestati al "pirata della strada" sono quindi molteplici: guida in stato d'ebbrezza e senza patente, lesioni gravissime, omissione di soccorso e resistenza e violenza contro un pubblico ufficiale. Da qui la decisione del Gip di trattenere in carcere il montenegrino poiché esistono rischi concreti di reiterazione del reato.

Dzemaili era giunto a Messina diversi anni addietro, ottenendo lo stato di rifugiato politico; da quel momento in poi è andato incontro ad una lunga serie di arresti per spaccio di sostanze stupefacenti. Particolare curioso, lo slavo sembrava avere una ventina di identità diverse, difatti ogni volta che veniva fermato dalle forze dell'Ordine forniva un'identità falsa differente.

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