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Stephen Hawking “Il mio obiettivo è semplice: la comprensione totale dell’Universo”

Ora che se ne è andato, ieri, nello stesso giorno in cui nacque Albert Einstein 14 marzo ed anche giorno in cui si celebra il pi greco, ed essendo nato nello stesso giorno in cui 300 anni prima era morto Galileo Galilei, è ora, per chi non li avesse già letti, di immergersi nelle sue affascinanti opere divulgative.

Gli scritti  di Stephen Hawking hanno fatto accendere la scintilla della passione per la ricerca in campo astrofisico in giovani che oggi sono a loro volta diventati scienziati. Tra gli scritti: “Breve storia del tempo” pubblicato a 46 anni, nel 1988 è opera divulgativa delle sue teorie. Si è anche spinto nella divulgazione presso l’infanzia, pubblicando con la figlia Lucy “La chiave segreta di George per l’universo”. Ci ha anche regalato la sua voce sintetica in U2’s Inspiring Stephen Hawking Voiceover, testimone della sua passione oltre che per la classica di Wagner anche per i concerti rock dei Depeche Mode e dei Pink Floyd.

Tanto della sua storia l’abbiamo appreso per il tramite del bel film “La teoria del tutto” di James Marsh realizzato dal libro di Jane Wilde. Dal film abbiamo appreso della sua giovanile brillantezza rimasta intatta e lungamente anche dopo la malattia degenerativa  progressiva che già in gioventù gli ha posto nuovi limiti da superare per oltre mezzo secolo di vita.

Anche la sua vita, ancorché straordinaria per le sue teorie, straordinaria lo è stata pure nella normalità quotidiana degli esseri umani. La fidanzata Jane Wilde, conosciuta al college dove scoccò la scintilla, poi prima moglie, dal 1965 a 23 anni, lo salvò decidendo per lui l’intervento di tracheotomia quando i medici avevano chiesto se interrompere l’alimentazione, nel 1985.  Da allora dovette comunicare per il tramite di un sintetizzatore vocale.

La dedizione al disvelamento delle leggi che regolano l’universo è testimoniata dalla frase: “…capire perché è così com’è e perché esiste”, ecco ciò a cui si è applicato lavorando con altri scienziati, anche quando nuove restrizioni della comunicazione con l’esterno del suo corpo sono intervenute e per cui è stato realizzato per lui, un “lettore di pensieri” che li traduce in parole e frasi.

Quindi un esempio non solo nella ricerca ma anche nella vita, vissuta sempre con curiosità come testimoniato dallo sperimentare personalmente pur con i suoi invalidanti limiti, l’assenza di gravità. La piccola raccolta di immagini qui su, ciascuno amplierà assieme alle mie brevi note nell’invasione di testimonianze che la rete ci propone ancor più che prima, da ieri mattina, ma, mi ripeto, cogliamo tutto e soprattutto dai suoi scritti ed interventi pubblici in cui si da anche la precisa prospettiva del futuro umano nell’argomentazione: “Perché dovremmo andare nello spazio”, valutando che solo disseminandosi la nostra civiltà si potrà salvare da qualsivoglia accidente potesse riguardare il nostro pianeta Terra.


La prospettiva futuribile, tracciata da Stephen Hawking dovrebbe avere la capacità di far riprendere con analogo entusiasmo a quello dei primi voli l’avventura spaziale di cui proprio ieri trovaste nelle nostre stesse pagine di Corsaro del Sud in “Riflessioni sui temi de: Il diritto di contare, Matematica e Società”.

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