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Di Libri? Di loro frammenti? No! Di qualche utilità? Forse!

Nei testi che muovono qualcosa in noi, ci si imbatte soprattutto non cercandoli. È una attitudine tutta picassiana: il celebre Pablo, interprete del suo tempo in forma pittorica, così suoleva esprimersi in merito al modo in cui aveva acquisito tanta conoscenza: “io non cerco, trovo” con ciò intendendo un’attitudine a cogliere ed ancor più a farsi presente in lui, ciò che serviva, proprio nel momento in cui era utile. 

Dobbiamo ipotizzare che studiasse molto, curioso di tutto per diletto e poi aveva una sorta di attitudine interiore che faceva emergere ciò che giovava, senza dover fare lo sforzo di cercare: trovando, per l’appunto.

Oggi abbiamo molti canali di informazione, molto spiccioli e sommari, prevalentemente, sicché anche concetti staccati, che faticano a collocarsi in una famiglia e conseguentemente questo loro isolamento li rende più nascosti, depositati sul fondo della nostra conoscenza. L’esser strutturati dei concetti, legati ad altri, invece gli permetterebbe di emergere più facilmente, richiamati in superficie da una necessità.

Ormai, di necessità, anche utilità economiche soprattutto, pongono tutto a fianco di tutto e principalmente ciò che riguarda il commercio, tramite la onnipresente pubblicità. Dico dei mezzi di comunicazione di massa e principalmente di tutto ciò che ci viene dalla rete.

Seppure vari strumenti provano a tematizzare i nostri rapporti con il mondo, se non fosse per gli interlocutori che scegliamo nei gruppi a cui partecipiamo e sono “casuali” nei giornali, proviamo ad allacciare un dialogo con chi ci legge. Necessariamente in maniera meno serrata ed anche con più difficoltà a sentire gli umori di ritorno, spesso ridotti ad un numero: i click di visualizzazione che sono sibillini, dicono solo di quanti si imbatterono nella nostra comunicazione. Eppure, ciò che andiamo proponendo non si sottrae ad una logica, quella del tenere tutto assieme e magari regalare un tempo più lento, in cui le cose, sapendo come si depositano e soprattutto assieme a che altro, magari emergeranno con più facilità in futuro.

Divenne già abbastanza lungo qui su: così solo un cenno faccio al libro in cui mi imbattei."L’arte della resilienza: ...per risalire dalle ceneri", di Ilaria Pavoni. Ecco le coordinate ed aggiungo che balzò fuori dal mio canale di acquisto di libri digitali, tra quelli offerti in forma gratuita, come avviene di tanto in tanto. Trovai che c’è un senso nel proporre gratuitamente dei libri. È come se si dicesse: vorrei che tanti leggessero proprio questi libri, e tra le motivazioni, l’esser giusti ed utili, per chi si volesse intelligentemente affidare, nel nostro tempo.

Ora non s’intenda che di fondo ci sia un proselitismo ad una religione, piuttosto una naturale curiosità per come si possa riuscire anche per vie in apparenza lontane culturalmente, a rientrare in possesso di se stessi, migliorare la propria vita.

Accenno ora brevemente, ad un esercizio proposto, la piccola tecnica di elencare cinque nostre attitudini che ricordiamo hanno risolto positivamente delle necessità. Bello è quindi prendere coscienza dei nostri talenti e da quelli ripartire, facendoli fruttare al meglio.

Interessante questo concetto di resilienza ed anche che qui si sia accompagnato ad un breve ragionamento sul presentarsi senza sforzo ciò che ci è utile in un certo momento: il “trovare” picassiano, conseguente al non cercare, bensì all’aver curiosità permanente su tutto.

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