Lavoro & Passioni: alla Vostra attenzione il recente step nella proposta, in continua evoluzione, al ‘900 a Messina. (Parte 1/2)
Occasioni che potrebbero tramutarsi in potenziali opportunità lavorative, da passioni già scoperte o che attendono di esserlo. Non è detto che una azione articolata delle varie micro realtà esistenti e ben condotte in città, non diventi un palinsesto. Intanto basterebbe darne notizia via via e chissà che, se, da un’unico centro di raccolta che ne possa veicolare il nutrito programma ed ottimizzare la fruizione, capillarmente diffondendo per il tramite di più canali e testate.
Detto altrimenti, permettere a ciascuno di poter accedere a tutta o buona parte dell’offerta cittadina di: svago culturale, diversificandone gli orari di accesso ed anche replicando l’evento, qualora sia essenziale la presenza dialogante del fruitore. Potenzialmente anche un servizio di trasporto dedicato che conduca alla sequenza di sedi, a partire dalla Stazione Centrale o dal vicino Cavallotti, potrebbe ben supportare la rinascita dei fervori culturali messinesi nobilmente caratterizzanti il secolo scorso: basti pensare alla Rassegna Cinematografica di Messina e Taormina dal 1955, con la sala all’aperto dell’Irrera a mare.
Quanto al Museo provinciale, Messina nel Novecento: non soffermatevi ai primi paragrafi, della Parte 2 dell’articolo che ovviamente argomentano su ciò che si sta svolgendo adesso senza dar testimonianza dell’ampio spettro di interessi maturato nel recente triennio di vita, del detto propulsore culturale, ma soprattutto, seguite gli step successivi e fateVi parte attiva della stessa strutturazione delle attività.
Prosegue alla galleria-ricovero antiaereo, sede del Museo provinciale di Messina nel 900, la meritoria opera di attualizzazione della memoria urbana, intrapresa dal suo Direttore Angelo Caristi e dai competenti, disponibili e fedeli: pubblico e relatori.
Questa volta, giorno 19 Maggio, l’incontro ha visto, dopo le due precedenti conferenze tenute nei pomeriggi del 5 e 12 Maggio, rispettivamente da Nino Principato e da Franz Riccobono, quella mattutina, di Peppe Ruggeri, dedicata al raffronto tra le due memorie: quella immateriale e quella fisica, di Messina
Si sono intrecciate presenze cittadine dalla rilevante rinomanza artistico-letteraria come Giovanni Pascoli, Antonello da Messina, ed altri, persino Michelangelo Merisi da Caravaggio, tutti aventi una porzione significativa di vita e produzione artistica nella nostra città, a brani urbani della ricostruzione post terremoto. Testimonianze tratte da archivi privati hanno fatto luce su aspetti che spesso non trovano posto nelle molteplici biografie traccianti quadri globali dei grandi personaggi.
Negli interrogativi posti in merito ad alcune sottrazioni-cancellazioni di opere architettonico-urbane rilevanti nella città preterremoto, sta il costante indagare sulle potenzialità della memoria in quanto conferitrice di senso al presente e tessitrice di futuro. Indispensabile l'opera del rammemorare, quando il recente passato ha relegato fuori dalla conoscenza dei più, molti lacerti di identità che qualcosa potrebbero permetterci di capire anche sul presente. Tracciati viari che, nelle spaziose tessiture del Piano Borzì, sacrificano monumenti che non furono spostati e ricollocati, come nel caso della Villa Mazzini, ma solo rimossi.
Scelte che propugnano una città che si struttura per Viali e Fondali come un novello epigono del Piano Sistino che fece di Roma, la Città dei Giubilei, continuamente rimandante con le sue triangolazioni di Viali ed Obelischi al centro delle Piazze, un continuo espandersi dello spazio, nel muoversi in essa dei pellegrini.
Si è cioè fatta luce su risvolti veicolati e deducibili da testimonianze come: brevi e private corrispondenze, evidenzianti i più genuini sentimenti di legami affettivi con uomini, cose e luoghi, nello specifico, quelli messinesi, da cui furono accolti, per un congruo e significativo periodo della loro vita i suddetti nostri grandi. Improbo sarebbe, per un singolo, far luce su quelle tessiture di relazioni che li riguardarono e sulle naturali ricadute della loro presenza a Messina sull’ambiente culturale e non, eppure, qui si gettano le potenziali basi per le ricerche di giovani studiosi che avessero tali curiosità intellettuali e, come su chiarito, non solo, anzi: essenziali per la tenuta della comunità cittadina ed il suo ricompattamento per vittoriosamente perseguire le sfide che presente e futuro pongono alla comunità e diverranno la città che consegneremo ai figli ed ai nipoti, accogliente e garantente lavoro.
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