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Lavoro & Passioni: alla Vostra attenzione il recente step nella proposta, in continua evoluzione, al ‘900 a Messina. (Parte 2/2)


...quando dico “giovani studiosi” penso prevalentemente a ciò che nasce da occasioni di incontro di studenti delle varie classi d’istruzione, da quelle per l’infanzia, le più aperte e pronte a scoprire ambiti di passioni latenti, a quelle passioni più razionalmente meditate, di chi segue studi medi e superiori.

Ben vengano pure gli interessi di quei già avviati studiosi di ambito universitario che potrebbero voler accogliere l’incitamento leggibile in evidenza nel bel saggio di Umberto Eco: “Come si fa una Tesi di Laurea”. In questo chiaro e bel saggio, si descrive, tra le acute dritte offerte al, giovane, o anche non più tale anagraficamente, ma di spirito invece si, anche l’occasionalità di occuparsi, per la Tesi di Laurea, come per qualsivoglia interesse di ricerca, di un "argomento a portata di mano, in tutti i sensi”. 

A portata di quotidianità, mi verrebbe, più esattamente, di dire, perché il soggetto di studio è davvero sotto gli occhi del tesista-ricercatore: comodissimo è il reperimento dei dati necessari, riguarda un arco temporale limitato, ed anche un precisissimo ambito di interesse, da cui poi, intersecando i dati, far procedere le deduzioni. 

Il brano dal libro di Umberto Eco è illuminante sui caratteri essenziali del ricercatore e che sono qualità presenti in ciascuno e praticabili da chiunque, pertanto un insegnamento propulsivo nei confronti dello svilupparsi di miriadi di ricerche possibili e tutte di sicura rilevanza per la comprensione della società contemporanea.

Il caso specifico, spero possa piacevolmente sorprendere tanti di voi e davvero indurvi a sviluppare quelle vostre curiosità che potrebbero così divenire consolidamenti di interessi oggi latenti o ancora neppure affacciatisi. Ed ecco: riporto il titolo della intelligente Tesi di cui, strumentalmente, per illustrare il metodo di approccio scientifico alla ricerca, Umberto Eco fa uso: “Variazioni nella vendita dei quotidiani all'edicola all'angolo di Via Pisacane e Via Gustavo Modena dal 24 al 28 Agosto 1976”. C’è condensato in tale titolo, assieme all’umiltà, l’orgoglio scientifico (a pag.199 nella edizione di Bompiani del 1977 Milano). Una fonte di prima mano ed un tempo limitato di osservazione del fenomeno, si fanno garanti della gestibilità, da parte del laureando/curioso/ricercatore, dei dati, per poter poi dare spazio all’accurato lavoro interpretativo di quanto rilevato.

È subito evidente come tutto ciò che si disse più su è perfettamente inverato: dai tempi contenuti alla altrettanto contenuta mole di dati da raccogliere e gestire, ed indubbiamente, la sfida che tale lampante esempio pone è riprodurne i cristallini caratteri, negli ambiti di nostro interesse. Infatti, quell’interesse prevalentemente proprio delle scienze sociali, ha sempre disponibile, in divenire, una messe di dati di pronto e sicuro rilevamento, intendendo con ciò, la limpidezza dei dati raccolti, che per me vuol anche dire, la non aleatorietà del dato.

Riporto da: Un viaggio nella memoria collettiva: ... dello scorso 16 Maggio.
“Il Direttore, come prima notazione, precisa che tutto ciò che vi è esposto (nel Museo provinciale di Messina nel 900) è donazione di cittadini che hanno deciso di condividere anche gli oggetti di ricordo personale degli eventi urbani e nazionali, con i visitatori del Museo. Ci dice: qui oltre che nulla è stato acquistato, tutto ciò che è esposto è parte di storie personali condivise, sappiamo a chi appartiene e chi usò ciascun pezzo e per tale motivo è memoria viva”.

Eppure, coloro che, a vario titolo, si occupano di ciò che comunemente ascriviamo a “...interesse storiografico”, conoscono la labilità di certe interpretazioni dei documenti, volta a volta confermati o sconfessati da altre, messe in luce, “testimonianze” di cui vagliare l’attendibilità. Attendibilità che aumenta man mano che si accumulano più testimonianze convergenti e che pure, una fonte di indiscussa attendibilità, può mettere in crisi, sconfessandole. 

Come si evince è un appassionante mondo per alcuni indagatori, che poi, questo è il lavoro del ricercatore: testimoniare le pur transitorie verità acquisite e svelate, mettere in luce, a disposizione di tutti, uno stato del sapere da cui altri potranno intraprendere.
Va da se che, come è lo specifico dei giallisti, l’indagine, lo è pure per tutto ciò che ci appassiona e pertanto, è: potenziali mondi sconfinati che ci aiutano sempre più a conoscerci meglio come umanità e a rendere più accogliente il nostro mondo e la nostra vita, persino essere, per chi sentisse in se il feeling con l’indagine e lo scoprire, occasioni di appassionante e gratificante lavoro.

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