Formazione: Vocazione dei Musei
Una osservazione ed una domanda, per poi provare a comporre le due realtà emerse. È raro o forse proprio non esiste, se non tra i piccoli, un museo che possa esporre tutto il patrimonio in suo affido, per cura e promozione della conoscenza. Cosa avvicina il pubblico ampio dei fruitori delle opere artistiche conservate, ai luoghi, alle sale, a ciò che è esposto nei Musei?
A partire da questa domanda, dalle possibili risposte, si può molto capire sul come far fruttare, per la crescita culturale di chiunque, le risorse che vengono investite nei Musei. Si superi l’ipotesi che siano luoghi prevalentemente ad uso degli studiosi ed anche all’opposto, che possano essere visitati da tutti, una volta nella vita. Non può ridursi a ciò il loro ruolo. A maggior ragione, nella contemporaneità, in cui il consumo delle immagini, anche di quelle relative alle opere d’arte ha ampia diffusione nella rete. Deve cioè passare il chiaro messaggio che la socializzazione della cultura artistica ha luoghi e forme che travalicano il semplice aspetto dell’informazione essenziale.
Se tanto v’è da fare e tanto lavoro di cura di ciò che vi è conservato, non appare: è quando le opere vengono esposte dopo un periodo di assenza dalla fruibilità pubblica, che ci si ricorda di questo impegnativo lavoro: la cura. Eppure, permane, una strategia di “Museificazione” della collezione permanente, rispetto al contenuto spazio dato alle mostre temporanee che in più spazi ed in tratti di contemporaneità temporale, si avvicendassero, reiterando ciclicamente l’interesse del pubblico, attraverso differenti attrattori, come di seguito verrà abbozzato. Strade non nuove, eppure da perseguire con più convinzione e risorse adeguate a questo più impegnativo ruolo.
Persino ospitare manifestazioni relative ad altre arti, il concerto rispetto alla proiezione cinematografica, la danza o la presentazione di libri e temporanee artistiche di recente indirizzo o nuovi artisti, consolida la vocazione del Museo-Polo Culturale, alla diffusione di un sapere sempre accompagnato da conferenze esplicative e tavole rotonde incentivanti il confronto delle idee ed il dibattito.
Altra proficua strada, percorsa con determinazione, è stata quella del darsi il Museo disponibile, come struttura adatta ad accogliere le attività di gruppi di studenti chiamati a svolgere l’impegno della Alternanza Scuola-Lavoro. Chi, come il Museo Provinciale di Messina nel 900, ha già percorso questa via, anche in passato, oggi si trova a poter permettere ai suoi “apprendisti”, di guidare, con solide conoscenze e metodo soprattutto, i suoi visitatori. Poter offrire concretamente la possibilità agli studenti-corsisti di poter svolgere da subito il ruolo di Giuda al Museo per i visitatori, siano essi studenti di altri istituti cittadini o croceristi è oggi una realtà incontrovertibilmente da rafforzare.
Sappiamo poi quanto meglio comunichi chi esprime una dialettica ed un fraseggio proprio delle nuove generazioni e che sono le più necessitanti di un approccio finalizzato. Quindi il conoscere per comprendere, e ponendosi in soggettiva come artefici potenziali di quei mutamenti che alla contemporaneità ci hanno condotti. Ciò agevola, conoscendo per quali vie, a volte persino inconsuete ed impensabili, si sia pervenuti a mutazioni del modo di vivere, come anche, il poter meglio governare, sia il progredire civile che l’essere vigili su possibili pericolose derive per la stessa esistenza dell’umanità.
Una specificità, questa del Museo Provinciale di Messina nel 900, che nella sua intestazione dà precise coordinate temporali e perimetri geografici. Eppure, ovviamente, collega le storie locali nell’ambito dei fatti europei del ventesimo secolo, senza i quali “i Racconti” che gli competono ed al momento hanno caratterizzato con molta forza il Museo: il Terremoto, gli eventi bellici e le successive ricostruzioni e sviluppo economico che hanno segnato il 900 messinese, rimarrebbero imperfetti frammenti.
Ebbene, invece, proprio i continui rimandi a: succedeva nel resto del mondo… produce l’iscrizione del locale nel globale. Nelle parole del Direttore, che ha avuto modo di osservare la cesura della conoscenza di un modo di vivere dell’appena trascorso 900, in chi non ha più potuto fruttare dei racconti dei nonni, il proposito di continuare ad essere veicolo supplente, per il tramite delle manifestazioni estive in programma, che seguiranno.
A partire da questa domanda, dalle possibili risposte, si può molto capire sul come far fruttare, per la crescita culturale di chiunque, le risorse che vengono investite nei Musei. Si superi l’ipotesi che siano luoghi prevalentemente ad uso degli studiosi ed anche all’opposto, che possano essere visitati da tutti, una volta nella vita. Non può ridursi a ciò il loro ruolo. A maggior ragione, nella contemporaneità, in cui il consumo delle immagini, anche di quelle relative alle opere d’arte ha ampia diffusione nella rete. Deve cioè passare il chiaro messaggio che la socializzazione della cultura artistica ha luoghi e forme che travalicano il semplice aspetto dell’informazione essenziale.
Se tanto v’è da fare e tanto lavoro di cura di ciò che vi è conservato, non appare: è quando le opere vengono esposte dopo un periodo di assenza dalla fruibilità pubblica, che ci si ricorda di questo impegnativo lavoro: la cura. Eppure, permane, una strategia di “Museificazione” della collezione permanente, rispetto al contenuto spazio dato alle mostre temporanee che in più spazi ed in tratti di contemporaneità temporale, si avvicendassero, reiterando ciclicamente l’interesse del pubblico, attraverso differenti attrattori, come di seguito verrà abbozzato. Strade non nuove, eppure da perseguire con più convinzione e risorse adeguate a questo più impegnativo ruolo.
Persino ospitare manifestazioni relative ad altre arti, il concerto rispetto alla proiezione cinematografica, la danza o la presentazione di libri e temporanee artistiche di recente indirizzo o nuovi artisti, consolida la vocazione del Museo-Polo Culturale, alla diffusione di un sapere sempre accompagnato da conferenze esplicative e tavole rotonde incentivanti il confronto delle idee ed il dibattito.
Altra proficua strada, percorsa con determinazione, è stata quella del darsi il Museo disponibile, come struttura adatta ad accogliere le attività di gruppi di studenti chiamati a svolgere l’impegno della Alternanza Scuola-Lavoro. Chi, come il Museo Provinciale di Messina nel 900, ha già percorso questa via, anche in passato, oggi si trova a poter permettere ai suoi “apprendisti”, di guidare, con solide conoscenze e metodo soprattutto, i suoi visitatori. Poter offrire concretamente la possibilità agli studenti-corsisti di poter svolgere da subito il ruolo di Giuda al Museo per i visitatori, siano essi studenti di altri istituti cittadini o croceristi è oggi una realtà incontrovertibilmente da rafforzare.
Sappiamo poi quanto meglio comunichi chi esprime una dialettica ed un fraseggio proprio delle nuove generazioni e che sono le più necessitanti di un approccio finalizzato. Quindi il conoscere per comprendere, e ponendosi in soggettiva come artefici potenziali di quei mutamenti che alla contemporaneità ci hanno condotti. Ciò agevola, conoscendo per quali vie, a volte persino inconsuete ed impensabili, si sia pervenuti a mutazioni del modo di vivere, come anche, il poter meglio governare, sia il progredire civile che l’essere vigili su possibili pericolose derive per la stessa esistenza dell’umanità.
Una specificità, questa del Museo Provinciale di Messina nel 900, che nella sua intestazione dà precise coordinate temporali e perimetri geografici. Eppure, ovviamente, collega le storie locali nell’ambito dei fatti europei del ventesimo secolo, senza i quali “i Racconti” che gli competono ed al momento hanno caratterizzato con molta forza il Museo: il Terremoto, gli eventi bellici e le successive ricostruzioni e sviluppo economico che hanno segnato il 900 messinese, rimarrebbero imperfetti frammenti.
Ebbene, invece, proprio i continui rimandi a: succedeva nel resto del mondo… produce l’iscrizione del locale nel globale. Nelle parole del Direttore, che ha avuto modo di osservare la cesura della conoscenza di un modo di vivere dell’appena trascorso 900, in chi non ha più potuto fruttare dei racconti dei nonni, il proposito di continuare ad essere veicolo supplente, per il tramite delle manifestazioni estive in programma, che seguiranno.
Nessun commento