Una vita più elementare, in: L’amica geniale ep1 Le bambole
Una vita più elementare, ma non meno vera, anzi...
I sentimenti e le passioni determinano quella vita nel piccolo quartiere napoletano dove, pur a guerra finita, sono già gli anni ‘50, esiste ancora chi impunemente perpetra soprusi nei confronti di altri, individui o intere famiglie.
Lenù comprende che a star dietro e far le cose che fa Lila, avrà da vivere una vita più intensa e ricca di emozioni: quasi novelle emancipate ante litteram, grazie forse anche agli insegnamenti ed alla capacità di vedere i valori, della loro maestra, vanno affrontando la vita ed il mondo maschile, senza timori di sudditanza.
Sono valori che si rafforzano anche nelle prove che da se stesse si impongono, come lo scambio prima e la “caduta” poi delle bambole nella buia cantina dove andare a cercarle e non trovarle, segnale di un cambiamento necessario.
Da ciò nascono scintille di libertà, in un mondo ancora tutto da cambiare, anche se c’è già stata la “liberazione”.
Sarà la generazione che avrà il compito del cambiamento realmente democratico di una Italia che pur tra le difficoltà, accetta il nuovo anche solo perché sostituisce il vecchio, magari senza grandi capacità di analisi sul dove porterà, ma con grande spirito ed entusiasmo.
La lacrima che scorre sul viso di Lenù quando va via la famiglia del bambino che gli si è dichiarato, è segno composto di altre barriere che crollano. Il mondo si è allargato, bisogna stargli al passo.
Attorno sia un mondo di bontà che uno di biechi giudizi e timori che ancora non fanno alzare la testa nei confronti delle forze di chi si approfitta delle altrui debolezze, pur se tutti lavoratori, come si deve, in un dopoguerra che ha messo alla prova l’umanità e la solidarietà tra individui.
Questo il contesto che ci viene restituito dal primo episodio ed è come se una società intera sia in movimento, inarrestabile. Sarà la società che di lì a poco produrrà il “miracolo economico” italiano.
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