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Il “miracolo italiano” e i due modi di parteciparvi, di Lila e Lenù





Il “miracolo italiano” e i due modi di parteciparvi, di Lila e Lenù


Sul filo delle osservazioni intorno a ciò che è il nostro presente, proveremo semplicemente a rammemorare quanto ci è stato proposto negli episodi della prima serie de' l’amica geniale che giunge al periodo di ciò che continua ad essere definito: ”Il miracolo italiano” e che a partire dalle vicende del dopoguerra decretò la fioritura, quasi un secondo, opulento Rinascimento italiano.

Caratterizzato da una voglia di fare, esplorare il mondo, essere consapevoli di cosa si stesse muovendo intorno e di fare ciascuno secondo la propria indole la propria parte. Tanto che, come accadrà a breve, le due “amiche geniali” incarneranno i due modelli del partecipare al mondo muovendo verso dove esso sembra aver subito una evoluzione maggiore, Lenù che va via da Napoli, ed all’inverso, Lila è colei che: “resiste” “guarda” e “partecipa” da quell’angolo di mondo che è Napoli.

Ricordiamo in particolare nella giornata in cui le due amiche si erano incamminate per andare a “scoprire il mare”, le loro due differenti reazioni, perfettamente coerenti con quanto ci potremo attendere da loro in futuro: Lenù, incuriosita, vorrebbe continuare anche quando si è scatenato un violento acquazzone estivo ed è Lila, che pure aveva programmato questa “gita esplorativa” del mondo fuori dal loro quartiere, ad insistere di tornare, prima di aver compiuto la “missione”.

Li, forse per la prima volta, abbiamo chiaro che, chi padroneggia un piccolo mondo, lo ha osservato e vi si muove a suo agio, impaurisce di fronte a nuove misure, oppure riconosce che “tutto il mondo è paese” e quindi può agire anche da un puntino remoto per fare la sua parte, dare il suo contributo concretissimo, come vedremo in futuro, per cambiarlo, intenzionalmente, in meglio, nel concreto, piuttosto che teorizzandone. 

E sappiamo quanta violenza era nella vita del quartiere abitato da Lila e Lenù. Quartiere che è specchio del mondo intero, di come il vecchio, le vecchie violenze si sono innestate nel ceppo della nuova democrazia che nasce dal referendum del 1948. 

Quel “prima” che nelle loro menti è, notte dei tempi, cose che erano successe prima che loro esistessero e di cui si leggeva nei libri che, invece, i grandi, avevano ritrosia a dirne: tanto il dolore, ed ancora la paura per via dell’egemonia, ancora, “nel loro quartiere” degli strascichi, della sostanziale continuità con gli orrori di quel “prima”.

Lenù, come voce narrante, attribuisce a Lila, quella formula: “prima” (come esplicammo nel primo di questa serie di articoli post visione dell’insieme degli episodi di questa prima serie de’ “l’amica geniale”), espressione con cui faceva riferimento al mondo di quando ancora, loro, non erano nate, dando a vedere che qualcosa, pur non sapendo, aveva intuito ed anche del suo orrore, tanto che per superarlo, ricordiamo come coinvolge Lenù nell’ascesa delle scale per giungere alla porta di don Achille, per reclamare la restituzione delle loro bambole.


Essere agenti di quel cambiamento, quello del cosiddetto Miracolo economico è “positivo”? Il dubbio!


Dovrebbe essere l’articolo che completa il precedente trittico, ma sia perché nel racconto ciò sconfina nei tempi riguardanti la seconda serie ed anche oltre, che per non intaccare la formulazione a trittico, questo argomentare viene rimandato e sarà ripreso successivamente alla seconda serie e poi forse, ancora oltre.

Ora ci si può soffermare su un altro aspetto che inizierà ad essere trattato in un successivo trittico: i rapporti di amicizia tra Lila e Lenù, già evidenti in questa prima serie de’ "L‘amica geniale”.

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