Continuare ad aprire gli occhi sul mondo (2), in- “L’amica geniale” St2ep2 Il Corpo
Sono gli anni sessanta, non ancora quelli del Sessantotto.
La scioltezza che Lenù vede nei compagni di scuola che risiedono a Napoli, poiché, il quartiere suo e di Lila sembra proprio un mondo a parte rispetto alla città, risiedono lì perché hanno più mezzi economici e si istruiscono.
Lila tante cose le percepisce: ricordiamo quando forzava verso il riscatto, l’ascesa sociale per il tramite del far soldi, impossibilitata a proseguire gli studi, proprio per quell’assenza di mezzi economici. Ebbene, ora, da sposata, la nuova situazione gli fa vivere una realtà ancora più cruda.
La stabilità economica acquisita, l’aver preso un nuovo cognome, da sposata, la costringe a spostare il fuoco della sua attenzione sulla salvaguardia della sua autonomia, integrità, ancora più propriamente.
Lila si radicalizza, soccombente nei rapporti di forza con Stefano, il marito, così lei si adopera per muovere certi equilibri del campo maschile, proiettando l’immagine di se che più li colpisce. Il mondo maschile non coinvolge le donne, nemmeno lei, nelle decisioni, anzi, gliele occulta maggiormente, temendo la sua intelligenza e la sua forza, sempre dimostrate.
Ora sono le decisioni relative al negozio di scarpe da aprire nel centro di Napoli, che la vedono emarginata, ancora una volta, tenendola totalmente all’oscuro.
In fondo, si ripete lo stesso schema del quando la sua volontà di aver fuori dal suo Matrimonio, Marcello, il pretendente della famiglia Solara, viene solo parzialmente esaudita e sono motivazioni di affari a prevalere sulla sua volontà.
Accadrà anche con la fotografia in abito da sposa di Lila che ritirata dalla sartoria dove stava in vetrina per scopi pubblicitari, Lila teme che verrà usata per il negozio di scarpe che i Solara apriranno nel centro di Napoli: ci si impadronirà della sua immagine per fini di promozione commerciale: mercificazione dell’immagine che Lila sa, non potrà che subire, una volta assodato che anche la sua famiglia di origine è presa da questa nuova febbre della rincorsa del benessere, lo stesso che in fondo usa anche lei per, in una scommessa con Lenù, sull’argomento, motivarla a divenire molto brava nello studio.
Ancora una volta pur se per interposta persona, Lila intravvede che nello studio è la forza emancipatrice delle donne.
Nella dinamica matrimoniale, ostacola la possibilità di procreare ritenendo che far fare figli alle donne le relega in compiti che le consumano.
Successivamente a tale argomento espresso da una Lila che prova a contrattaccare, Lenù scorge per la strada le tante forme che legano le donne ad una condizione subalterna, in primis i figli e poi la conduzione familiare per tutto ciò di cui necessita il vivere.
È una sequenza di volti, espressioni, modi di muoversi, che confermano tutto quanto Lila le aveva espresso, appena innanzi. È come se un altro velo si fosse rotto e lo sguardo penetrasse per la prima volta quella misera vita degli abitanti del quartiere.
I libri lasciatigli dalla professoressa Galliani e la visita alla maestra di un tempo, segnano un passaggio epocale per Lenù e per Lila è invece il negozio di Piazza dei Martiri dove la pacificazione gestita da Stefano per il posto di commesse di due loro amiche ed ora fidanzate dei rispettivi fratelli, è costata il cedimento sull’impiego della foto di Lila e con ciò la perdita della scommessa da parte di Lenù: l’anno che viene dovrà prendere tutti otto. Contestualmente Lila le confessa la sua gravidanza, quasi come segno di una capitolazione, o chissà, di una nuova, più avanzata sfida.
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