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Messina: Emergenza coronavirus, protocolli d'intesa con il DMML e le cliniche private



Di seguito la proposta del Consigliere comunale Libero Gioveni.

Proposta di protocolli d'intesa con il Dipartimento Militare di Medicina Legale e con le cliniche private della città.

«Si stipulino delle convenzioni o dei protocolli d’intesa con le cliniche private cittadine e con il Dipartimento Militare di Medicina Legale di viale Europa per adibire, in caso di necessità, parte dei loro locali a reparti COVID da destinare per la cura di pazienti positivi da coronavirus».

E’ questa la proposta che il consigliere comunale Libero Gioveni ha rivolto al Sindaco De Luca, nella sua qualità di massima autorità sanitaria locale, affinché se ne faccia promotore con il Comandante Logistico dell’Esercito e con i Direttori delle varie case di cura presenti in città.

Spiega Gioveni:«Con l’aumento dei contagiati da coronavirus purtroppo potrebero non bastare gli sforzi che la direzione del Policlinico sta facendo per adibire all’emergenza COVID19 alcuni suoi reparti che fino ad oggi venivano utilizza ti per curare altre patologie.»

Prosegue il Consigliere:

«Peraltro sarebbe opportuno che alcuni pazienti che sono risultati positivi, ma che non manifestano segni di desaturazione (ossia di insufficienza respiratoria) e che quindi risultano praticamente asintomatici, non venissero ricoverati subito, occupando dei preziosi posti letto, ma si ponessero in quarantena nella loro abitazione, magari mantenendo un contatto permanente quotidiano con le strutture sanitarie che interverrebbero prontamente in caso di peggioramento delle loro condizioni di salute.

Tra l’altro – ricorda Gioveni – l’ex Ospedale Militare non è nuovo alla stipula di accordi con altri Enti, ai quali ha partecipato anche l’Amministrazione.

Per esempio quello recentissimo dello scorso 7 febbraio stipulato con l’IRCSS Neurolesi-Piemonte denominato “Centro veterani della Difesa” che permette ai militari neuro-traumatizzati ricoverati nel vari presidi militari di proseguire le loro cure nel centro sanitario neurologico, proprio con l’obiettivo di avvicinare e integrare il sistema sanitario militare a quello pubblico.

Evidenzia il Consigliere comunale:

«L’idea  – sarebbe quella di farci trovare pronti nell’affrontare al meglio l’emergenza sanitaria nel malaugurato caso in cui il numero di contagiati dovesse raggiungere un picco tale da non poter più avere a disposizione sufficienti posti letto.»

Conclude Gioveni:

«Solo così,fra strutture sanitarie pubbliche, militari e private presenti in tutta la città si potrebbe creare un numero di posti letto tale da suddividerli per l’assistenza e la cura di tutti i pazienti colpiti dal coronavirus, sia quelli da destinare alla cosiddetta "area critica" per la terapia respiratoria, sia quelli affetti da infezione COVID19 che però non necessiterebbero inizialmente o per tutta la loro degenza di assistenza intensiva.

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