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Tra infiniti, piccolissimi, in: “Maestri 13-14”


Tra infiniti, piccolissimi, in: “Maestri 13-14”

Odifreddi in area scientifico-matematica e Messina in area artistico-illustrativa, nelle lezioni della puntata di “Maestri” del 6 Maggio 2020, conducono le nostre riflessioni sugli infiniti piccolissimi, che, non è contraddizione, perché, per successive suddivisioni, come nel continuo dimezzamento di una distanza da coprire, tra una a ed un b, non si giungerà mai alla meta, essendoci sempre la possibilità, anche solo sensatamente teorica, di poter condurre tale operazione indefinitamente, approssimandoci sempre più alla meta, ma mai giungendovi. 

Nell’arte, il post impressionismo, non si acquieta nel racconto-illustrazione della realtà vista come la vede lo sguardo dell’artista impressionista, con tutti i disvelamenti determinati dalla luce, ma vorranno, questi artisti, renderci partecipi del di più che sperimentano nella loro percezione, ed ecco allora, la “notte stellata” di Van Gogh, registrare il movimento senza fine del cosmo, come in un mosaico, rappresentando il cielo con innumerevoli pennellate dei più vari azzurri e blu, rincorrentesi in tondo, materializzate in piccoli rettangoli di colore.

Ciò che non termina, quindi, che non ha fine: eppure, non pura astrazione, perché, oltre che percepirla nella sua infinitezza, introdotti dall’idea di, continuo, è evidentissima, nella sua concretezza sperimentale, alla portati di tutti, nel geniale anello di Möbius, ricavato chiudendo una strisciolina, anche di carta, avendo impresso ad uno dei terminali una torsione di mezzo giro, prima di connetterla, saldarla, con l’altro terminale. Ricordo che, l’anello di Möbius, stava a soluzione di quesiti del genere: colorare le due facce di una striscia di carta senza mai sollevare la marita da essa striscia.

Con tale, introduzione al continuo, si rafforza la nostra fiducia nell’idea che, un certo processo possa essere replicato infinitamente. Anche i legami che intercorrono ad esempio tra lati di quadrati e diagonali di ciascuno di essi è permanentemente invariabile e non esprimibile da un numero finito, bensì da una indefinita, radice quadrata, quel, non scrivibile, numero: 1,4141414..., la radice di 2.

Passando per le successioni telescopiche Dalle serie di quadrati susseguentisi uno dentro l’altro, proprio muovendo tra lati e diagonali, si giunge alle successioni telescopiche di cui sono affascinanti sia il triangolo di Sierpinski che il pentagono stellato.

Il mondo dell’arte ha in varia maniera flirtato con la matematica e le altre scienze, producendo opere che hanno reso visibili ad un grande pubblico le conquiste della ricerca scientifica. 

Da Filippo Brunelleschi in poi, il punto all’infinito osservato nelle sequenze di colonne ad esempio, in un lungo corridoio, le loro congiungenti appaiono convergere proprio in questo punto. Ecco allora che la prospettiva iniziò ad entrare, come regolatrice dell’immagine degli spazi, anche nei dipinti dell’epoca coeva e sin all’ottocento, quando poi, la fotografia, se ne appropriò.

Ancora più affascinanti le ricerche di Maurits Cornelis Escher che illustra con le sue doppie spirali incastrate ed opposte, la loro finitezza, i mulinelli dell’opera “Vortex”, basata sull’intuizione dell’inventore del Barometro, Evangelista Torricelli. Ed ancora dipinti ossessivamente replicanti più in piccolo analoghe figurazioni, come “Le visage de la guerre” di Salvador Dalì...

Sezione aurea, “Menone” di Platone con il dialogo di Socrate relativo al quesito sul lato di un quadrato di superficie doppia rispetto al precedente, spirale logaritmica, principio di indeterminazione di Heisenberg, frattali e loro rappresentazioni, sono altrettanti tasselli del, costrutto continuo, imbastito sapientemente da Odifreddi, per condurci con facilità entro percorsi e relazioni tra scienze ed arti.

Emozioni profonde riescono a trasferire, sulla bidimensionalità della tela, gli artisti del Post Impressionismo. Furono illustrati dalla professoressa Messina, dipinti di Gauguin, per cui i termini, spaesamento spazio-temporale e mescolanza di primo piano e fondale replicando i colori, sino a trasferire nei dipinti di Tahiti, il frontale e di profilo di ascendenza egizia, e di Van Gogh, e sino a Cezanne, a testimonianza di quanto l’arte prende a scandagliare, dopo aver sollecitato l’occhio umano e persino il senso del tatto, la sua percezione, e resa manifesta l’interiorità, sin alla risalita al primitivismo del simbolismo provi ad esprimersi con la fresca ingenuità del bambino, ma qui, una parzialità si mescolò con l’altra lezione e, gli altri aspetti come la vista dall’alto che assorbe totalmente l’osservatore, ognuno li scoprirà rivedendo la puntata e la lezione del 6 Maggio.












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