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Una scoperta nell'arte fotografica: la messinese Elisabetta Pandolfino


Una macchina fotografica, una fonte luminosa sia essa la luna o una candela. Nasce così lo scatto mentale di Elisabetta Pandolfino, definita da molti, la fotografa dei pensieri e della luna, approdata al Tg1 grazie alla dottoressa Manuela Lucchini, conduttrice della rubrica “Medicina” e volto noto del Tg1 fin dal 1980.

Nel campo della fotografia si tratta di una scoperta poiché, nessuno prima di lei,  è stato in grado di scrivere o disegnare con la macchina fotografica, realizzando uno scatto a mano libera, come se la stessa macchina fotografica fosse una penna o una matita.

Si tratta di una tecnica fotografica innovativa e guai a confonderla con tecniche già esistenti. Come ad esempio il 'light painting', dove a muoversi non è la macchina fotografica bensì la luce, grazie all’abilità del fotografo che muove la fonte luminosa di fronte al dispositivo posto su un supporto.

Lo scatto mentale si realizza senza vedere nulla, in posa B, e il tutto deve rientrare all’interno del fotogramma. Importante mantenere la giusta distanza dalla fonte luminosa, affinché la sorgente di luce possa esprimere la propria anima.

Una passione per la fotografia che ha portato, Elisabetta Pandolfino, ad uno studio accurato che va oltre i limiti dei semplici e consueti supporti fotografici, accostando all’arte anche la scienza, poiché riesce a trasformare il flusso di pensieri in parole o immagini.

Uno studio e una scoperta che allarga gli orizzonti della stessa fotografia e che fa tornare alla ribalta il dibattito sulle differenze che vi sono tra arte e scienza, disputa che si ripropone quando nuove forme d’espressione ne sollecitano l’attualità.

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