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Un presente effimero e perplesso, in: “L’amica geniale” St2ep7 I fantasmi



Gli ultimi tre anni, li, a Pisa, per gli studi condivisi con Franco Mari da cui Lenù ha appreso tanto, anche in termini di spensieratezza, svaniscono con la partenza di lui, per inquietudine a fronte dei rivolgimenti il cui segnale sono le proteste operaie di cui vuol far parte: è come se nessun progresso fosse avvenuto e la condizione precedente fu come fosse stata solo momentaneamente occultata.

Effetto o meno di ciò, la febbre che costringe Lenù nel deserto del collegio di Pisa quando tutti vanno a casa per le vacanze, assieme alla incredibile visita della madre che la accudisce, con le notizie da lei portate del rione, complice anche un incubo in sogno di una Lila dea madre, fanno ricordare a Lenù la serie di quaderni affidatagli da Lila, custodi di segreti che ora, decide di violare.

Emergono tratti caratteriali: Stefano che mente a se stesso pur di riavere in casa Lila e pur se il figlio che attende non è suo, il fratello Rino ed il grande dei Solara che la vorrebbero coinvolgere nelle loro attività, solo per questioni di arricchimento. La nascita del figlio che rende Lila ancora più forte ed a cui impone il nome del fratello a dispetto della volontà del marito che vorrebbe quello del padre suo. 

C’è anche l’incontro con la maestra, quando per emulazione di Nino a cui però non era piaciuto, si imbarcò nella lettura del Joysiano Ulisse, a conferma di grandi curiosità nei confronti di ciò che appare persino oscuro ma che continua a leggere, incurante dell’avvertimento della maestra che le dice il male che può venire da ciò che non si può capire. 

Da tale incontro emerge anche un rifiuto di ciò che altri gli riconoscono come potenzialità e che invece lei soffocherà rivendicando il suo essere come tutti, essendosi sposata ed avendo avuto un figlio.

È la crescita culturale che prende Lila che legge tanto ed appunta, in parallelo assieme alla stimolazione della mente del piccolo Gennaro. Altri eventi, come il furibondo litigio tra fratello e marito e la rivelazione, da parte di Michele che suo marito ha già dai tempi di Ischia, un’altra, per provare a prendersela, offrendole una vita dorata, provoca il netto rifiuto di Lila, schifata di tutti.

Ora è in bilico il futuro e Lila pur di assicurare tutto il possibile al figlio, prima abbozza e poi decide di chiedere aiuto ad Enzo per lasciare casa, temendo per l’incolumità sua e del figlio.

Non secondaria, per l’autostima frustrata di Lenù è quell’affermazione, nei gesti e nelle parole di Lila del suo aver ottenuto un figlio da Nino. La lettura dei quaderni di Lila, ulteriormente definisce la sua fermezza di carattere e lascia a Lenù la sua incompletezza: tutto ciò che sta facendo è un “quasi”.

Due vite, quelle delle due amiche, a distanza, sempre più divaricate, eppur, sempre in parallelo descritte, testimoniano delle due velocità a cui progredisce l’Italia in termini di rapporti sociali, indipendentemente dalle condizioni economiche.

Il corteo di operai con le bandiere rosse a Pisa, segni premonitori del ’68, dice che la struttura sociale che ha come fonte di guadagno il lavoro nell’industria, grazie alla coesione che la stessa condizione lavorativa induce, protesta. Osserviamo invece che, l’affido della produzione, per frammenti, a tanti piccoli artigiani, come nel caso delle calzature Cerullo, di cui i Solara, così si impadroniscono, giocando sulla debolezza dell’artigianato, è impossibilitata a farsi controparte del potere economico dei “Padroni”.

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